Intervistato sul film, Robert ha detto: "Ho impiegato due settimane a cercare di capire di cosa parlasse il film, ed ero terrorizzato. Finché David mi ha detto di non preoccuparmi, che dovevo solo aspettare di cominciare a recitare e tutto sarebbe stato chiaro. E in effetti è andata così". Grande prova per l'attore inglese in quest'opera non facile, anche perché molto parlata: il protagonista si interfaccia via via con personaggi con cui discute di capitalismo, finanza, tempo, e il peso di queste lunghe disquisizioni filosofiche ricade tutto sulle spalle di Robert Pattinson.
Sul punto, Robert ha confessato:"L'alta finanza per me semplicemente non ha senso, mi sembra un essere mostruoso e incomprensibile, dotato di un potere spaventoso. Per cui sono stato felice di potermi affidare a un copione di ferro come quello di Cronenberg: non ho proposto nessuna modifica, dovevo solo recitarlo a memoria come si canta una canzone, e questo ha reso tutto più facile. In quanto al protagonista, per me è come un alieno che non riesce a capire davvero la realtà, anche se, stranamente, grazie alla sua capacità di calcolare e prevedere i flussi astratti della finanza, è diventato ricco. Ed è proprio quando sbaglia clamorosamente un affare, che il suo mondo crolla: per lui, non aver previsto la crisi dello yen è come scoprire che tutto quello in cui credeva è sbagliato. Comunque è meglio che mi fermi qui con le teorie: il film è una specie di poema e David voleva che lo basassi sulle mie sensazioni, non su discorsi logici. Ogni volta che cercavo di spiegare razionalmente le reazioni di Packer, lui spegneva la cinepresa!".
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